Onda – go with the flow
Quando ti manca la terra da sotto i piedi, puoi farti paralizzare dal terrore di cadere, oppure provare a volare.
Questo strano 2020 per me è stato così: il Covid-19 ha spazzato via come uno tsunami mesi e mesi di lavoro, cancellato certezze e prospettive (per tantissimi, ma credimi, per chi lavora nel turismo un po’ di più).
Avrei voluto abbracciare le spose che hanno dovuto rinunciare (no, pensiamo positivo: rinviare) alla cerimonia e a partire per la luna di miele. Non si poteva, perciò ho fatto il possibile per non far perdere loro soldi e sogni.
Ho rincorso rimborsi e risposte dai fornitori; qualcuno furbetto, la maggior parte in balìa della tempesta, come tutti.
Ho rimbalzato, e continuo a rimbalzare, tra comunicati della Farnesina e controcomunicati dei consolati, scosso la testa di fronte alla totale dis-unione europea.
Mi sono arrabbiata, tanto, con le news sensazionalistiche che non informano, ma peggiorano lo stato d’animo e le già complicate condizioni di chi attende di poter ricominciare a lavorare (un esempio lampante di distorsione: “la Grecia non vuole gli italiani“).
Insomma, mi sono fatta venire la gastrite (purtroppo non in senso metaforico).
Però, passata l’onda che travolge e capovolge, sommerge e ti lascia senza fiato, resta lo spazio. Una distesa non vuota, ma liscia, dove lasciare nuove impronte.
Quando l’onda arriva, puoi annaspare, sprecare le forze a lottare contro la corrente più forte di te, oppure mantenere la calma, concentrarti, allineare il respiro con l’onda e provare a lasciarti trasportare. Go with the flow.
Per me, questo ha significato non perdere la testa di fronte alla raffica di cancellazioni e difficoltà. Prendere tempo per cercare risposte, anziché affannarmi, quando devo aspettarle da altri. Non farmi condizionare dalla paura generale, ma rinforzare le competenze e consolidare legami, anche a distanza. Il risultato è stato trovarmi concentrata non a fissare il vuoto, ma a muovere piccoli passi verso direzioni appena collaterali a quella appena sconvolta. Ho “protetto” lo spazio creato, dicendo qualche no a richieste comode, per dedicarmi a esplorazioni più difficili, ma più affini al mio sentire, che stanno dando risultati di cui io stessa mi sorprendo. Sono appena riemersa a prendere fiato, ma mi sento viva. Capace di stare a galla, senza farmi trascinare, ma senza oppormi, nuotando nel flusso.
Lo scrivo per ricordare, ma soprattutto per condividere. Questo è sicuramente uno dei momenti più intensi (ed inediti) che ci troviamo ad attraversare. Ma capitano fasi nella vita di tutti in cui ci si può sentire frastornati e senza fiato, magari anche soli, se non è uno stop collettivo a fermare tutti contemporaneamente. Vorrei dirti che, anche se si è una minuscola goccia nel mare in burrasca, c’è sempre modo di stare nel ciclo: amalgamandosi, o cambiando stato e forma per diventare nuvola. Go with the flow.