città del capo e penisola

Città del Capo e penisola

Ho realizzato un sogno: visitare Città del Capo e la penisola! Viaggio ancora più speciale, perché organizzato da EKO Africa, abbinato alle cascate Vittoria e condiviso insieme a un gruppo di colleghi eccezionali.

Uno degli aspetti più interessanti di lavorare nel turismo, è poter partecipare a dei famtrip: come dice il nome, si tratta di viaggi per familiarizzare, con una destinazione, con un fornitore o con dei servizi, per poterli poi promuovere con esperienza diretta e cognizione di causa.

Non si tratta di vacanze, benché si scoprirano nuove mete e ci sia occasione anche di rilassarsi (non sempre): più spesso sono veri e propri investimenti sulla propria formazione, in cui si effettuano tante site inspection (visite tecniche a strutture) e i ritmi sono per forza di cose sostenuti.

Città del Capo e penisola, arrivo!

Quando mi si è presentata l’occasione di viaggiare insieme a Stefano Coccoletti, uno dei fornitori che più stimo tra gli operatori specializzati sull’Africa, ho letteralmente fatto salti di gioia!! (Si trattava di partire per la prima volta lasciando i bimbi a casa col papà per 9 giorni, ma di questo “tema scottante” scriverò in un altro post)

Siamo partiti dall’Italia a fine gennaio, con volo Ethiopian via Addis Abeba: non potevo che guardare il film Invictus a bordo! Il volo per Cape Town ovviamente è lungo, ma tra il viaggio notturno, la minima differenza di fuso orario e l’entusiasmo di scoprire The Mother City, non l’ho trovato affatto stancante 🙂

Ancor prima di uscire dall’aeroporto, grandi pannelli richiamano a gran voce un avviso che ritroverò in tutta la città, dagli hotel ai manifesti: non sprecare acqua, la siccità importante richiede ancor maggiore attenzione del solito.

Ci trasferiamo in città, dove sistemiamo i bagagli al The Cullinan Hotel e poi subito una passeggiata al Waterfront, l’area pedonale sul porto. Il primo impatto con la città è da colpo di fulmine: la Table Mountain si staglia nitida nel cielo azzurro, come la ruota panoramica; tanta gente passeggia rilassata tra negozi e artisti di strada nell’estate australe, che illumina le facciate pastello degli edifici e ristorantini sul lungomare. Questa parte della città è visitabile tranquillamente anche la sera, altre zone sono meno frequentate e sicure.

waterfront città del capo

Prima site inspection e prima cena sudafricana al Southern Sun Waterfront, un hotel moderno ed elegante ma non pretenzioso, dove abbiamo mangiato benissimo.

PENISOLA DEL CAPO

Al mattino abbiamo incontrato Paul, la nostra guida, che ci ha accompagnati alla scoperta del Capo di Buona Speranza. A solo un paio d’ore dal centro della capitale, la penisola del capo è un altro mondo: un’area in parte protetta, dove lungo la strada avvistiamo babbuini e struzzi in libertà.

Siamo nella punta più a Sud Ovest del continente africano: qui si sente con forza il fascino dell’evocazione delle rotte dei grandi navigatori del passato. Due semplici colonne in pietra ricordano i punti raggiunti da Bartolomeo Diaz e Vasco de Gama; quanto coraggio doveva volerci cinque secoli fa, per imbarcarsi dall’Europa e doppiare questo sperone, oggi chiamato Cape Point?

Mi sono emozionata a salire i gradini che portano al faro di Cape Point, leggere quanti km da qui distano le grandi metropoli, ascoltare le onde infrangersi con potenza sulle scogliere, avvistare le foche e soprattutto a pensare che da lì, “solo” duemila chilometri di acque gelide ci separano dal Polo Sud.

La meraviglia naturalistica è appena cominciata: curve sinuose di asfalto accompagnano il profilo della costa (nessuno stupore che da queste parti i ciclisti si allenino in gran numero), proseguiamo per raggiungere la spiaggia di Boulder’s Beach. Uno spettacolo per gli occhi: sabbia bianchissima e mare azzurro fanno da sfondo a un’immensa colonia di pacifici pinguini del capo!

Un percorso di passerelle in legno porta a passeggiare proprio in mezzo a questi buffi e simpatici padroni di casa, che sulla spiaggia si rilassano placidamente al sole, mentre in acqua stupiscono con tuffi e nuotate rapidissime.

Sostiamo per un pranzo da cartolina vicino al porticciolo di Hout bay, poi rientriamo verso la Città. Immancabile una sosta a Muizemberg Bay, con le sue casette colorate e le lavagnette degli “shark spotters”, avvistatori di squali. Ce ne sono parecchi da queste parti, ma i numerosissimi local su tavole da surf e kite, non paiono preoccuparsene mentre giocano con il vento e le onde.

muizemberg bay città del capo e penisola

Al rientro in città, ci spostiamo in quello che sarà i miei preferiti tra i diversi hotel visitati e sperimentati in questo viaggio. Il nuovissimo Radisson RED Cape Town, eccezionale per posizione e design, ultramoderno ma accogliente, anche nei richiami ai simboli tradizionali del Sudafrica (come le maniglie dell’armadio a forma di springbok, l’animale simbolo del Paese).

Per cena, abbiamo provato un’esperienza che mi sento assolutamente di consigliare: il Gold Restaurant, un ristorante africano con ricco menu di piatti tipici di tutto il continente, accompagnato da spettacoli di percussioni e danze tradizionali, davvero coinvolgente e divertente!  

Panchina artistica con un bel messaggio: il rispetto, per l’ambiente, ma anche tra persone!

Il giorno seguente, ci saremmo dovuti imbarcare per Robben Island , che fu per molti anni il carcere di Nelson Mandela; purtroppo, per il troppo vento non partono né i traghetti né la teleferica per la Table Mountain. Mi dispiace molto saltare questa tappa dal valore culturale così importante, ma da professionisti del turismo sappiamo bene che al meteo non si comanda! Perciò, non ci perdiamo certo d’animo e andiamo alla scoperta di altri angoli caratteristici.

Non potendo salire sulla montagna sacra, ammiriamo la Tavola e la Testa di Leone da un altro punto di vista, molto panoramico.

Anche sul Waterfront c’è una di queste cornici gialle con le coordinate, perfette per scattare!

Poi restiamo a bocca aperta alla vista dei Dodici Apostoli, le formazioni in pietra che sembrano proteggere la spiaggia di Camp’s Bay, quartiere “in” subito fuori dal centro: il vento sferza le onde e il colpo d’occhio è spettacolare!

Se il mare non fosse gelido, questa baia dai colori caraibici farebbe venir voglia di tuffarsi

QUARTIERE MALESE: un tripudio di colori

Bo-kaap, questo il nome del quartiere malese, è una zona multiculturale (qui si trova anche una moschea), completamente diversa dal resto della città e, naturalmente, fotografatissima!

Oltre alle case colorate, si trovano in abbondanza anche quadri e oggettistica realizzati con le perline, artigianato tipico della città.

case colorate città del capo

Castello di buona speranza e il suo museo

Quest’ultimo è importante perché sorge dove fu eretto dagli olandesi della “Compagnia delle Indie” il primo edificio, un piccolo forte di legno, sostituito nel 1666 da un più robusto forte di pietra chiamato Castello di Buona Speranza (“Kasteel van Goede Hoop”). Attorno al forte, tutt’ora esistente, si sviluppò Città del Capo, che è oggi per popolazione la terza città sudafricana e la capitale della provincia del Western Cape, oltre a essere la capitale legislativa del Sud Africa, sede del parlamento sudafricano.

Dopo queste interessanti visite, abbiamo appagato anche l’appetito con una cena deliziosa in un ristorante al waterfront. Con prezzi ragionevoli si può mangiare e bere davvero bene: l’enogastronomia sudafricana è varia e gustosissima.

Per la notte, ci siamo trasferiti presso il prestigioso hotel Table Bay, con vista e posizione davvero incomparabili sul lungomare. Al mattino, site inspection con l’hotel manager. Abbiamo visitato anche la Presidential Suite, che ha visto ospiti illustri del calibro di Michael Jackson e Barack Obama! Curiosità: per ospitare il presidente degli Stati Uniti, ben 3 piani dell’hotel sono stati completamente dedicati alla sua sicurezza: quello della camera, quello sopra e quello sotto.

Dopo la visita tecnica, ci prepariamo a lasciare Città del Capo. Prima di ripartire, visitiamo il Giardino Botanico Nazionale di Kirsthenbosh. E’un luogo magnifico, inserito in un contesto spettacolare su una fiancata della montagna della tavola. Il posto ideale per una passeggiata rinfrescante e per avere una panoramica dell’incredibile varietà della flora del Sudafrica. Anche i bambini si divertono qui, tra animali veri in libertà (uccelli e… granchi!) e le riproduzioni di grandi dinosauri!

Kirstenbosch gardens
Le passerelle sospese tra le fronde permettono di godere appieno della bellezza del parco

E come salutare degnamente Città del capo e la penisola, augurandoci di tornare per scoprire anche il resto del meraviglioso Sudafrica? Con un brindisi, naturalmente (anzi, più di uno): a Groot Constantia, una cantina storica, fondata nel 1685. Qui è possibile scoprire la storia della produzione vinicola, fiore all’occhiello dell’economia sudafricana e degustare diverse etichette.

Arrivederci splendido Sudafrica, è ora di andare in aeroporto verso la prossima destinazione: le cascate Vittoria!